La guerra gallica racconta le campagne militari condotte da Giulio Cesare tra il 58 e il 50 a.C. nelle regioni della Gallia, offrendo un resoconto diretto delle conquiste romane e dei popoli coinvolti. L'opera descrive il confronto tra Roma e le diverse tribù galliche, evidenziando le cause dei conflitti, le strategie militari adottate e le difficoltà affrontate dall'esercito romano durante l'espansione del suo dominio. Attraverso il racconto delle battaglie e delle trattative, emerge il tema del potere, della disciplina e della superiorità organizzativa di Roma.

La narrazione segue una serie di episodi fondamentali: le prime campagne contro gli Elvezi, la sottomissione delle tribù belghe, le spedizioni oltre il Reno e in Britannia, e infine la grande rivolta guidata da Vercingetorige. Ogni evento mette in luce l'abilità strategica di Cesare e la capacità dell'esercito romano di adattarsi a territori sconosciuti e a nemici numerosi. La Gallia, con la varietà dei suoi paesaggi e dei suoi popoli, diventa non solo uno spazio geografico ma anche lo scenario di un confronto politico e culturale tra civiltà diverse.

L'opera mescola racconto storico, osservazione etnografica e propaganda politica. Cesare scrive in uno stile sobrio e oggettivo, ma costruito per esaltare il ruolo di Roma e del suo comandante, sottolineando valori come l'ordine, il coraggio e la disciplina militare. Attraverso vittorie, assedi e alleanze, La guerra gallica presenta una visione del dominio romano come missione di stabilità e civiltà.

Gaio Giulio Cesare (100–44 a.C.) fu un generale, politico e scrittore romano, protagonista della fine della Repubblica romana. Con La guerra gallica (Commentarii de Bello Gallico), composta tra il 58 e il 50 a.C., egli offrì una testimonianza fondamentale delle sue campagne militari e un'opera centrale della letteratura storica latina, in cui cronaca, strategia e ambizione politica si intrecciano.