Balthazar
«Gli intrighi del desiderio, il bene e il male, la virtù e il capriccio, l'amore e il delitto si aggiravano oscuramente per gli angoli bui delle strade, dei salotti e dei bordelli di Alessandria»

Il lettore odierno non si libera dalla sensazione che il Quartetto sia anche un gioco col grande romanzo modernista, e se non la sua (involontaria?) parodia, certo la sua archiviazione. Il «messaggio» che Durrell inscrive nelle pagine finali di Clea - la rinuncia alla hybris intellettualistica del sapere come forma di fagocitazione della realtà - non equivale forse a una presa di distanza, anzi a un vero e proprio congedo da quella che era stata l'eroica e nobile utopia della letteratura modernista: riuscire a dare, malgrado tutto, un ordine e quindi un senso al mondo e alla storia? A Lawrence, che pure ammirava, Pursewarden una volta scrisse che non gli sembrava proprio il caso di costruire un Taj Mahal intorno a una cosa semplice come una bella scopata. Ciò che il lettore si chiede è se l'intero Quartetto non sia per caso una deflation del Taj Mahal costruito dalle archistar della narrativa novecentesca intorno ai Massimi Problemi dell'Arte e della Vita, dell'Io-dello-Scrittore e della Forma-del-Romanzo... Deflation ovvero gioco e pastiche che, nel momento stesso in cui rifanno il verso ai loro modelli, li decostruiscono umoristicamente prima di riporli nel magazzino dei ferrivecchi.
dalla prefazione di Giuseppe Sertoli
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Balthazar
«Gli intrighi del desiderio, il bene e il male, la virtù e il capriccio, l'amore e il delitto si aggiravano oscuramente per gli angoli bui delle strade, dei salotti e dei bordelli di Alessandria»

Il lettore odierno non si libera dalla sensazione che il Quartetto sia anche un gioco col grande romanzo modernista, e se non la sua (involontaria?) parodia, certo la sua archiviazione. Il «messaggio» che Durrell inscrive nelle pagine finali di Clea - la rinuncia alla hybris intellettualistica del sapere come forma di fagocitazione della realtà - non equivale forse a una presa di distanza, anzi a un vero e proprio congedo da quella che era stata l'eroica e nobile utopia della letteratura modernista: riuscire a dare, malgrado tutto, un ordine e quindi un senso al mondo e alla storia? A Lawrence, che pure ammirava, Pursewarden una volta scrisse che non gli sembrava proprio il caso di costruire un Taj Mahal intorno a una cosa semplice come una bella scopata. Ciò che il lettore si chiede è se l'intero Quartetto non sia per caso una deflation del Taj Mahal costruito dalle archistar della narrativa novecentesca intorno ai Massimi Problemi dell'Arte e della Vita, dell'Io-dello-Scrittore e della Forma-del-Romanzo... Deflation ovvero gioco e pastiche che, nel momento stesso in cui rifanno il verso ai loro modelli, li decostruiscono umoristicamente prima di riporli nel magazzino dei ferrivecchi.
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«Gli intrighi del desiderio, il bene e il male, la virtù e il capriccio, l'amore e il delitto si aggiravano oscuramente per gli angoli bui delle strade, dei salotti e dei bordelli di Alessandria»

Il lettore odierno non si libera dalla sensazione che il Quartetto sia anche un gioco col grande romanzo modernista, e se non la sua (involontaria?) parodia, certo la sua archiviazione. Il «messaggio» che Durrell inscrive nelle pagine finali di Clea - la rinuncia alla hybris intellettualistica del sapere come forma di fagocitazione della realtà - non equivale forse a una presa di distanza, anzi a un vero e proprio congedo da quella che era stata l'eroica e nobile utopia della letteratura modernista: riuscire a dare, malgrado tutto, un ordine e quindi un senso al mondo e alla storia? A Lawrence, che pure ammirava, Pursewarden una volta scrisse che non gli sembrava proprio il caso di costruire un Taj Mahal intorno a una cosa semplice come una bella scopata. Ciò che il lettore si chiede è se l'intero Quartetto non sia per caso una deflation del Taj Mahal costruito dalle archistar della narrativa novecentesca intorno ai Massimi Problemi dell'Arte e della Vita, dell'Io-dello-Scrittore e della Forma-del-Romanzo... Deflation ovvero gioco e pastiche che, nel momento stesso in cui rifanno il verso ai loro modelli, li decostruiscono umoristicamente prima di riporli nel magazzino dei ferrivecchi.
dalla prefazione di Giuseppe Sertoli

Product Details

ISBN-13: 9788858448922
Publisher: EINAUDI
Publication date: 07/08/2025
Sold by: GIULIO EINAUDI EDITORE - EBKS
Format: eBook
File size: 316 KB
Language: Italian

About the Author

Lawrence Durrell was born in 1912 in India. He attended the Jesuit College at Darjeeling and St. Edmund's School, Canterbury. His first literary work, The Black Book, appeared in Paris in 1938. His first collection of poems, A Private Country, was published in 1943, followed by the three Island books: Prospero's Cell; Reflections on a Marine Venus, about Rhodes; and Bitter Lemons, his account of life in Cyprus. Durrell's wartime sojourn in Egypt led to his masterpiece, The Alexandria Quartet, which he completed in southern France, where he settled permanently in 1957. Between the quartet and The Avignon Quintet he wrote the two-decker Tunc and Nunquam. His oeuvre includes plays, a book of criticism, translations, travel writing, and humorous stories about the diplomatic corps. Caesar's Vast Ghost, his reflections on the history and culture of Provence, including a late flowering of poems, was published a few days before his death in Sommières in 1990.
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