Dai confini delle galassie all'entanglement quantistico: Alla scoperta dei multiversi quotidiani tra le intuizioni, i paradossi e i misteri della nuova fisica.
La nostra esperienza quotidiana limita spesso la nostra comprensione. Siamo abituati a riconoscere il mondo solo attraverso ciò che possiamo vedere, toccare o misurare. Tuttavia, sotto la superficie di questa percezione "normale", coesistono molte altre realtà. Realtà fisiche, che sfuggono ai nostri sensi, convivono con dimensioni metafisiche, cariche di significati e mistero. Pensiamo al macrocosmo e al microcosmo: due estremi in cui il nostro quotidiano si dissolve in scale di grandezza quasi incomprensibili.
Nell'ambito fisico, l'universo si svela in livelli di realtà stratificati. A livello cosmico, possiamo solo intuire l'immensità. La parte che riusciamo a "vedere" rappresenta appena il 5% dell'intero universo conosciuto. Sul piano macroscopico, quello che percepiamo, la nostra realtà sembra concreta. Tuttavia, anche un semplice oggetto, come una sedia, cela una verità molto diversa. Su scala subatomica, ci troviamo di fronte a un universo di particelle che seguono leggi fisiche controintuitive. Gli esperimenti dell'entanglement quantistico mostrano come, a livello subatomico, due particelle possano essere collegate istantaneamente a grandi distanze come se ignorassero il concetto di spazio e tempo. Albert Einstein e Niels Bohr, furono i primi a scuotere le fondamenta della nostra idea di realtà, cercando di rispondere al celebre interrogativo: "La Luna esiste quando nessuno la guarda?"
Accanto ai livelli fisici, si estende l'enigma del metafisico. La metafisica indaga ciò che non è immediatamente percepibile, interrogandosi sull'essenza stessa dell'essere. Gli antichi greci, come Platone, immaginavano un mondo di "idee", perfetto e immutabile, a cui il mondo materiale era solo una debole copia. Tutti noi ricordiamo l'allegoria della caverna: gli uomini incatenati intravedono solo ombre sulle pareti, senza mai vedere la luce diretta del vero Sole.
Anche nelle filosofie orientali troviamo concetti affini. Il "velo di Māyā" della tradizione indiana descrive il mondo fenomenico come un'illusione che vela la vera essenza della realtà. Le religioni, la mistica e la spiritualità, invece, interpretano questa dimensione invisibile come un luogo in cui l'anima o il "sé" si collega al trascendente.
Ma come possiamo distinguere ciò che è fisico da ciò che è metafisico? Questo interrogativo ci porta a una delle domande più profonde della storia della filosofia: cos'è la realtà?
Gli antichi pensatori greci, come Aristotele, cercavano di dividere il mondo in sostanza e accidente. La sostanza è ciò che esiste di per sé, l'accidente è ciò che esiste in relazione a qualcos'altro. Le loro indagini hanno gettato le basi per millenni di speculazioni.
Oggi gli scienziati, come i filosofi, continuano a interrogarsi. La fisica moderna, ad esempio, ha unito l'ontologia classica al relativismo conoscitivo. Secondo Werner Heisenberg, padre del principio di indeterminazione, l'osservazione stessa modifica l'oggetto osservato. In altre parole, non possiamo mai conoscere la realtà in modo "puro". Quello che percepiamo è sempre un riflesso del nostro coinvolgimento nel processo conoscitivo.
Siamo limitati, dunque, dal nostro corpo, dai nostri sensi, dal nostro linguaggio. Eppure, il desiderio di sapere cos'è reale ci spinge oltre ogni difficoltà nei territori della conoscenza.
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Dai confini delle galassie all'entanglement quantistico: Alla scoperta dei multiversi quotidiani tra le intuizioni, i paradossi e i misteri della nuova fisica.
La nostra esperienza quotidiana limita spesso la nostra comprensione. Siamo abituati a riconoscere il mondo solo attraverso ciò che possiamo vedere, toccare o misurare. Tuttavia, sotto la superficie di questa percezione "normale", coesistono molte altre realtà. Realtà fisiche, che sfuggono ai nostri sensi, convivono con dimensioni metafisiche, cariche di significati e mistero. Pensiamo al macrocosmo e al microcosmo: due estremi in cui il nostro quotidiano si dissolve in scale di grandezza quasi incomprensibili.
Nell'ambito fisico, l'universo si svela in livelli di realtà stratificati. A livello cosmico, possiamo solo intuire l'immensità. La parte che riusciamo a "vedere" rappresenta appena il 5% dell'intero universo conosciuto. Sul piano macroscopico, quello che percepiamo, la nostra realtà sembra concreta. Tuttavia, anche un semplice oggetto, come una sedia, cela una verità molto diversa. Su scala subatomica, ci troviamo di fronte a un universo di particelle che seguono leggi fisiche controintuitive. Gli esperimenti dell'entanglement quantistico mostrano come, a livello subatomico, due particelle possano essere collegate istantaneamente a grandi distanze come se ignorassero il concetto di spazio e tempo. Albert Einstein e Niels Bohr, furono i primi a scuotere le fondamenta della nostra idea di realtà, cercando di rispondere al celebre interrogativo: "La Luna esiste quando nessuno la guarda?"
Accanto ai livelli fisici, si estende l'enigma del metafisico. La metafisica indaga ciò che non è immediatamente percepibile, interrogandosi sull'essenza stessa dell'essere. Gli antichi greci, come Platone, immaginavano un mondo di "idee", perfetto e immutabile, a cui il mondo materiale era solo una debole copia. Tutti noi ricordiamo l'allegoria della caverna: gli uomini incatenati intravedono solo ombre sulle pareti, senza mai vedere la luce diretta del vero Sole.
Anche nelle filosofie orientali troviamo concetti affini. Il "velo di Māyā" della tradizione indiana descrive il mondo fenomenico come un'illusione che vela la vera essenza della realtà. Le religioni, la mistica e la spiritualità, invece, interpretano questa dimensione invisibile come un luogo in cui l'anima o il "sé" si collega al trascendente.
Ma come possiamo distinguere ciò che è fisico da ciò che è metafisico? Questo interrogativo ci porta a una delle domande più profonde della storia della filosofia: cos'è la realtà?
Gli antichi pensatori greci, come Aristotele, cercavano di dividere il mondo in sostanza e accidente. La sostanza è ciò che esiste di per sé, l'accidente è ciò che esiste in relazione a qualcos'altro. Le loro indagini hanno gettato le basi per millenni di speculazioni.
Oggi gli scienziati, come i filosofi, continuano a interrogarsi. La fisica moderna, ad esempio, ha unito l'ontologia classica al relativismo conoscitivo. Secondo Werner Heisenberg, padre del principio di indeterminazione, l'osservazione stessa modifica l'oggetto osservato. In altre parole, non possiamo mai conoscere la realtà in modo "puro". Quello che percepiamo è sempre un riflesso del nostro coinvolgimento nel processo conoscitivo.
Siamo limitati, dunque, dal nostro corpo, dai nostri sensi, dal nostro linguaggio. Eppure, il desiderio di sapere cos'è reale ci spinge oltre ogni difficoltà nei territori della conoscenza.
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Dai confini delle galassie all'entanglement quantistico: Alla scoperta dei multiversi quotidiani tra le intuizioni, i paradossi e i misteri della nuova fisica.

by Bruno Del Medico
Dai confini delle galassie all'entanglement quantistico: Alla scoperta dei multiversi quotidiani tra le intuizioni, i paradossi e i misteri della nuova fisica.

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La nostra esperienza quotidiana limita spesso la nostra comprensione. Siamo abituati a riconoscere il mondo solo attraverso ciò che possiamo vedere, toccare o misurare. Tuttavia, sotto la superficie di questa percezione "normale", coesistono molte altre realtà. Realtà fisiche, che sfuggono ai nostri sensi, convivono con dimensioni metafisiche, cariche di significati e mistero. Pensiamo al macrocosmo e al microcosmo: due estremi in cui il nostro quotidiano si dissolve in scale di grandezza quasi incomprensibili.
Nell'ambito fisico, l'universo si svela in livelli di realtà stratificati. A livello cosmico, possiamo solo intuire l'immensità. La parte che riusciamo a "vedere" rappresenta appena il 5% dell'intero universo conosciuto. Sul piano macroscopico, quello che percepiamo, la nostra realtà sembra concreta. Tuttavia, anche un semplice oggetto, come una sedia, cela una verità molto diversa. Su scala subatomica, ci troviamo di fronte a un universo di particelle che seguono leggi fisiche controintuitive. Gli esperimenti dell'entanglement quantistico mostrano come, a livello subatomico, due particelle possano essere collegate istantaneamente a grandi distanze come se ignorassero il concetto di spazio e tempo. Albert Einstein e Niels Bohr, furono i primi a scuotere le fondamenta della nostra idea di realtà, cercando di rispondere al celebre interrogativo: "La Luna esiste quando nessuno la guarda?"
Accanto ai livelli fisici, si estende l'enigma del metafisico. La metafisica indaga ciò che non è immediatamente percepibile, interrogandosi sull'essenza stessa dell'essere. Gli antichi greci, come Platone, immaginavano un mondo di "idee", perfetto e immutabile, a cui il mondo materiale era solo una debole copia. Tutti noi ricordiamo l'allegoria della caverna: gli uomini incatenati intravedono solo ombre sulle pareti, senza mai vedere la luce diretta del vero Sole.
Anche nelle filosofie orientali troviamo concetti affini. Il "velo di Māyā" della tradizione indiana descrive il mondo fenomenico come un'illusione che vela la vera essenza della realtà. Le religioni, la mistica e la spiritualità, invece, interpretano questa dimensione invisibile come un luogo in cui l'anima o il "sé" si collega al trascendente.
Ma come possiamo distinguere ciò che è fisico da ciò che è metafisico? Questo interrogativo ci porta a una delle domande più profonde della storia della filosofia: cos'è la realtà?
Gli antichi pensatori greci, come Aristotele, cercavano di dividere il mondo in sostanza e accidente. La sostanza è ciò che esiste di per sé, l'accidente è ciò che esiste in relazione a qualcos'altro. Le loro indagini hanno gettato le basi per millenni di speculazioni.
Oggi gli scienziati, come i filosofi, continuano a interrogarsi. La fisica moderna, ad esempio, ha unito l'ontologia classica al relativismo conoscitivo. Secondo Werner Heisenberg, padre del principio di indeterminazione, l'osservazione stessa modifica l'oggetto osservato. In altre parole, non possiamo mai conoscere la realtà in modo "puro". Quello che percepiamo è sempre un riflesso del nostro coinvolgimento nel processo conoscitivo.
Siamo limitati, dunque, dal nostro corpo, dai nostri sensi, dal nostro linguaggio. Eppure, il desiderio di sapere cos'è reale ci spinge oltre ogni difficoltà nei territori della conoscenza.

Product Details

BN ID: 2940184692272
Publisher: Bruno Del Medico
Publication date: 05/05/2025
Sold by: Barnes & Noble
Format: eBook
File size: 471 KB
Language: Italian

About the Author

Bruno Del Medico, nato nel 1946 in Sabaudia (Italia) nel corso della sua vita lavorativa si è occupato di informatica e sviluppo di software. Successivamente si è dedicato allo studio e alla divulgazione delle teorie scientifiche più attuali, come la teoria quantistica nella sua accezione metafisica. Attualmente Bruno Del Medico è autore di numerose opere pubblicate nelle Edizioni PensareDiverso. Il lavoro di Bruno Del Medico si distingue dalle narrazioni tradizionali nel campo delle scienze tecniche per il suo approccio critico, indipendente e non convenzionale. Invece di limitarsi a interpretazioni standard o al consenso generale su tematiche puramente scientifiche, Bruno Del Medico esplora prospettive alternative che spesso sono controcorrente, mettendo in discussione le assunzioni comunemente accettate. Una caratteristica peculiare delle sue opere è la capacità di intrecciare scienza, etica e filosofia in un dialogo aperto, che incoraggia il lettore a riflettere autonomamente e a considerare le implicazioni più profonde delle innovazioni tecnologiche e scientifiche.
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