Il mio anno di riposo e oblio / My Year of Rest and Relaxation
Con Il mio anno di riposo e oblio (2018), Ottessa Moshfegh conquista una fama internazionale. Sotto la vicenda apparentemente assurda di una ragazza che, pur avendo tutto, decide di rinchiudersi in un sonno indotto dai farmaci, Moshfegh ci consegna una riflessione profonda sullo slittamento di significato di cui siamo tutti partecipi e che ha ormai sconvolto la nostra società. Perché se le generazioni passate vedevano nel mito del lavoro un mezzo per affermarsi e raggiungere un obiettivo – un sogno –, oggi questa consequenzialità viene sconfessata. Non c’è alcuna garanzia che il mondo di fuori sostenga le ambizioni dei singoli e allora si assiste a un graduale ritorno al “dentro”. Non si tratta, come si potrebbe facilmente pensare, di una ritirata, ma di un consapevole arrocco, un modo per ritagliarsi un proprio spazio attraverso l’alienazione. Ecco allora che la decisione indecifrabile della protagonista acquista i contorni di una cura dal presente, una terapia che cerca di allontanarci dalle richieste assurde a cui molti di noi, lettori di oggi, sono sottoposti ogni giorno. Per la sua capacità di graffiare, di accogliere l’urlo di una generazione poco compresa e restituircela con ferocia e tenerezza, ironia e compostezza, il romanzo di Moshfegh si afferma nel panorama letterario internazionale come un vero classico del futuro, una lente per osservare quel che succede sotto la pelle del mondo. “Non che avessi in mente di suicidarmi. Stavo facendo proprio il contrario. La mia ibernazione serviva a preservarmi. Pensavo che mi avrebbe salvato la vita.”
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Il mio anno di riposo e oblio / My Year of Rest and Relaxation
Con Il mio anno di riposo e oblio (2018), Ottessa Moshfegh conquista una fama internazionale. Sotto la vicenda apparentemente assurda di una ragazza che, pur avendo tutto, decide di rinchiudersi in un sonno indotto dai farmaci, Moshfegh ci consegna una riflessione profonda sullo slittamento di significato di cui siamo tutti partecipi e che ha ormai sconvolto la nostra società. Perché se le generazioni passate vedevano nel mito del lavoro un mezzo per affermarsi e raggiungere un obiettivo – un sogno –, oggi questa consequenzialità viene sconfessata. Non c’è alcuna garanzia che il mondo di fuori sostenga le ambizioni dei singoli e allora si assiste a un graduale ritorno al “dentro”. Non si tratta, come si potrebbe facilmente pensare, di una ritirata, ma di un consapevole arrocco, un modo per ritagliarsi un proprio spazio attraverso l’alienazione. Ecco allora che la decisione indecifrabile della protagonista acquista i contorni di una cura dal presente, una terapia che cerca di allontanarci dalle richieste assurde a cui molti di noi, lettori di oggi, sono sottoposti ogni giorno. Per la sua capacità di graffiare, di accogliere l’urlo di una generazione poco compresa e restituircela con ferocia e tenerezza, ironia e compostezza, il romanzo di Moshfegh si afferma nel panorama letterario internazionale come un vero classico del futuro, una lente per osservare quel che succede sotto la pelle del mondo. “Non che avessi in mente di suicidarmi. Stavo facendo proprio il contrario. La mia ibernazione serviva a preservarmi. Pensavo che mi avrebbe salvato la vita.”
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Con Il mio anno di riposo e oblio (2018), Ottessa Moshfegh conquista una fama internazionale. Sotto la vicenda apparentemente assurda di una ragazza che, pur avendo tutto, decide di rinchiudersi in un sonno indotto dai farmaci, Moshfegh ci consegna una riflessione profonda sullo slittamento di significato di cui siamo tutti partecipi e che ha ormai sconvolto la nostra società. Perché se le generazioni passate vedevano nel mito del lavoro un mezzo per affermarsi e raggiungere un obiettivo – un sogno –, oggi questa consequenzialità viene sconfessata. Non c’è alcuna garanzia che il mondo di fuori sostenga le ambizioni dei singoli e allora si assiste a un graduale ritorno al “dentro”. Non si tratta, come si potrebbe facilmente pensare, di una ritirata, ma di un consapevole arrocco, un modo per ritagliarsi un proprio spazio attraverso l’alienazione. Ecco allora che la decisione indecifrabile della protagonista acquista i contorni di una cura dal presente, una terapia che cerca di allontanarci dalle richieste assurde a cui molti di noi, lettori di oggi, sono sottoposti ogni giorno. Per la sua capacità di graffiare, di accogliere l’urlo di una generazione poco compresa e restituircela con ferocia e tenerezza, ironia e compostezza, il romanzo di Moshfegh si afferma nel panorama letterario internazionale come un vero classico del futuro, una lente per osservare quel che succede sotto la pelle del mondo. “Non che avessi in mente di suicidarmi. Stavo facendo proprio il contrario. La mia ibernazione serviva a preservarmi. Pensavo che mi avrebbe salvato la vita.”

Product Details

ISBN-13: 9788858839812
Publisher: Feltrinelli Editore
Publication date: 07/09/2020
Sold by: Barnes & Noble
Format: eBook
Pages: 240
File size: 501 KB
Language: Italian

About the Author

Ottessa Moshfegh is a fiction writer from New England. Eileen, her first novel, was shortlisted for the National Book Critics Circle Award and the Man Booker Prize, and won the PEN/Hemingway Award for debut fiction. My Year of Rest and Relaxation and Death in Her Hands, her second and third novels, were New York Times bestsellers. She is also the author of the short story collection Homesick for Another World and a novella, McGlue. She lives in Southern California.
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