Fulcro del turbinare dei ricordi personali dello scrittore è Nymburk, la cittadina della Boemia dove appunto il tempo si è fermato; là Hrabal ha passato gran parte della sua adolescenza e della sua giovinezza, là si sono delineati i tratti essenziali della sua personalità. Di questi luoghi e delle persone che li abitano è importante solo ciò che assume nella memoria dello scrittore la dimensione di mito; il ricordo non è soltanto selettivo, è anche attività mitopoietica. I luoghi diventano di fatto dei momenti spaziali a cui la sua mente si aggrappa affinché le parole possano coagularsi; il tempo si è fermato, a Nymburk, ma non perché la storia si svolga altrove, in posti che stiano al passo con i tempi. La scena finale del romanzo racconta di Francin, il padre del narratore, che è uscito dall'ospizio in cui è stato ricoverato lo zio Pepin, e si ferma a guardare come stanno smantellando il vecchio cimitero; l'ovvietà (la banalità hrabaliana, appunto) di questa immagine è superata da una rapida notazione: E papà stava lì a guardare e vedeva che i lavori di smantellamento del cimitero non li eseguivano persone del tempo nuovo, forse loro li avevano solo disposti, i lavori li facevano persone che conosceva fin da quando si era trasferito nella cittadina dove il tempo si è fermato. Sono le persone del tempo vecchio che materialmente eseguono la cancellazione della propria memoria, perché il tempo è forse un'illusione, e il suo trascorrere non garantisce e non spiega niente; per leggere ciò che ci scorre davanti è assolutamente necessario fermarlo, annullarlo, anche a costo di annullarsi con esso. E questo è un po' il destino dei personaggi del romanzo.
Fulcro del turbinare dei ricordi personali dello scrittore è Nymburk, la cittadina della Boemia dove appunto il tempo si è fermato; là Hrabal ha passato gran parte della sua adolescenza e della sua giovinezza, là si sono delineati i tratti essenziali della sua personalità. Di questi luoghi e delle persone che li abitano è importante solo ciò che assume nella memoria dello scrittore la dimensione di mito; il ricordo non è soltanto selettivo, è anche attività mitopoietica. I luoghi diventano di fatto dei momenti spaziali a cui la sua mente si aggrappa affinché le parole possano coagularsi; il tempo si è fermato, a Nymburk, ma non perché la storia si svolga altrove, in posti che stiano al passo con i tempi. La scena finale del romanzo racconta di Francin, il padre del narratore, che è uscito dall'ospizio in cui è stato ricoverato lo zio Pepin, e si ferma a guardare come stanno smantellando il vecchio cimitero; l'ovvietà (la banalità hrabaliana, appunto) di questa immagine è superata da una rapida notazione: E papà stava lì a guardare e vedeva che i lavori di smantellamento del cimitero non li eseguivano persone del tempo nuovo, forse loro li avevano solo disposti, i lavori li facevano persone che conosceva fin da quando si era trasferito nella cittadina dove il tempo si è fermato. Sono le persone del tempo vecchio che materialmente eseguono la cancellazione della propria memoria, perché il tempo è forse un'illusione, e il suo trascorrere non garantisce e non spiega niente; per leggere ciò che ci scorre davanti è assolutamente necessario fermarlo, annullarlo, anche a costo di annullarsi con esso. E questo è un po' il destino dei personaggi del romanzo.
La cittadina dove il tempo si è fermato
179La cittadina dove il tempo si è fermato
179Product Details
ISBN-13: | 9788866322788 |
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Publisher: | Edizioni e/o |
Publication date: | 10/26/2012 |
Sold by: | eDigita |
Format: | eBook |
Pages: | 179 |
File size: | 1 MB |
Language: | Italian |