Tre camerati
Nel 1923 Robert Lohkamp guadagnava duecento miliardi di marchi al mese. Faceva l’addetto alla pubblicità di una fabbrica tedesca di articoli di gomma. Veniva pagato due volte al giorno e si precipitava continuamente nei negozi a comperare qualcosa prima che il marco valesse la metà. La vita movimentata al tempo della grande inflazione! Dopo un impiego alle ferrovie in Turingia e un lavoretto come pianista al Café International, alla fine degli Anni Venti Robert Lohkamp non può, tuttavia, dire di passarsela male. Lavora alla «Köster & Co.», l’officina meccanica aperta in una vecchia baracca da Otto Köster e Gottfried Lenz, i commilitoni con cui ha condiviso gli orrori della Grande Guerra. Köster, il comandante della compagnia, ha fatto il pilota d’aviazione, si è dato alle gare automobilistiche, ha frequentato qualche corso all’università prima di votarsi a quello cui è da sempre destinato: riparare automobili. Lenz invece ha girovagato qualche annetto per l’America del Sud, poi è tornato all’ovile o, meglio, alla turbolenta vita tedesca della fine degli anni Venti. Il lavoro all’officina è duro ma Lohkamp, Köster e Lenz sono ancora giovani, sani e forti. Certo di sera riaffiorano le immagini del passato coi loro occhi di morte, ma a quello come antidoto c’è l’acquavite. O, come accade da un po’ di tempo a questa parte per Robert Lohkamp, c’è Patrice Hollmann. È apparsa un giorno al seguito di un eccentrico industriale, il proprietario di una fabbrica di cappotti che voleva sfidare con la sua lussuosa macchina la vecchia carretta da corsa di Otto Köster, e da allora non è più sparita dalla mente e dalla vita di Lohkamp. Capelli castani e lisci come seta, spalle squadrate, mani sottili, affusolate, viso pallido e occhi grandi dall’energia appassionata, Patrice Hollmann ha il potere di far dileguare d’incanto dai pensieri di Robert la desolazione della squallida camera ammobiliata che lo aspetta ogni sera e la disperazione dell’esistenza che attraversa il grande paese pronto a riabbracciare l’orrore in agguato negli anni Trenta. Terzo libro della trilogia dedicata da Remarque alla Prima guerra mondiale e alla sua tragica eredità, Tre camerati, riproposto ora in una nuova traduzione italiana, è uno dei romanzi più popolari e riusciti del grande scrittore tedesco. Un intenso, personalissimo corpo a corpo con la caducità umana, e l’amore e la morte in cui essa si espone.
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Tre camerati
Nel 1923 Robert Lohkamp guadagnava duecento miliardi di marchi al mese. Faceva l’addetto alla pubblicità di una fabbrica tedesca di articoli di gomma. Veniva pagato due volte al giorno e si precipitava continuamente nei negozi a comperare qualcosa prima che il marco valesse la metà. La vita movimentata al tempo della grande inflazione! Dopo un impiego alle ferrovie in Turingia e un lavoretto come pianista al Café International, alla fine degli Anni Venti Robert Lohkamp non può, tuttavia, dire di passarsela male. Lavora alla «Köster & Co.», l’officina meccanica aperta in una vecchia baracca da Otto Köster e Gottfried Lenz, i commilitoni con cui ha condiviso gli orrori della Grande Guerra. Köster, il comandante della compagnia, ha fatto il pilota d’aviazione, si è dato alle gare automobilistiche, ha frequentato qualche corso all’università prima di votarsi a quello cui è da sempre destinato: riparare automobili. Lenz invece ha girovagato qualche annetto per l’America del Sud, poi è tornato all’ovile o, meglio, alla turbolenta vita tedesca della fine degli anni Venti. Il lavoro all’officina è duro ma Lohkamp, Köster e Lenz sono ancora giovani, sani e forti. Certo di sera riaffiorano le immagini del passato coi loro occhi di morte, ma a quello come antidoto c’è l’acquavite. O, come accade da un po’ di tempo a questa parte per Robert Lohkamp, c’è Patrice Hollmann. È apparsa un giorno al seguito di un eccentrico industriale, il proprietario di una fabbrica di cappotti che voleva sfidare con la sua lussuosa macchina la vecchia carretta da corsa di Otto Köster, e da allora non è più sparita dalla mente e dalla vita di Lohkamp. Capelli castani e lisci come seta, spalle squadrate, mani sottili, affusolate, viso pallido e occhi grandi dall’energia appassionata, Patrice Hollmann ha il potere di far dileguare d’incanto dai pensieri di Robert la desolazione della squallida camera ammobiliata che lo aspetta ogni sera e la disperazione dell’esistenza che attraversa il grande paese pronto a riabbracciare l’orrore in agguato negli anni Trenta. Terzo libro della trilogia dedicata da Remarque alla Prima guerra mondiale e alla sua tragica eredità, Tre camerati, riproposto ora in una nuova traduzione italiana, è uno dei romanzi più popolari e riusciti del grande scrittore tedesco. Un intenso, personalissimo corpo a corpo con la caducità umana, e l’amore e la morte in cui essa si espone.
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Nel 1923 Robert Lohkamp guadagnava duecento miliardi di marchi al mese. Faceva l’addetto alla pubblicità di una fabbrica tedesca di articoli di gomma. Veniva pagato due volte al giorno e si precipitava continuamente nei negozi a comperare qualcosa prima che il marco valesse la metà. La vita movimentata al tempo della grande inflazione! Dopo un impiego alle ferrovie in Turingia e un lavoretto come pianista al Café International, alla fine degli Anni Venti Robert Lohkamp non può, tuttavia, dire di passarsela male. Lavora alla «Köster & Co.», l’officina meccanica aperta in una vecchia baracca da Otto Köster e Gottfried Lenz, i commilitoni con cui ha condiviso gli orrori della Grande Guerra. Köster, il comandante della compagnia, ha fatto il pilota d’aviazione, si è dato alle gare automobilistiche, ha frequentato qualche corso all’università prima di votarsi a quello cui è da sempre destinato: riparare automobili. Lenz invece ha girovagato qualche annetto per l’America del Sud, poi è tornato all’ovile o, meglio, alla turbolenta vita tedesca della fine degli anni Venti. Il lavoro all’officina è duro ma Lohkamp, Köster e Lenz sono ancora giovani, sani e forti. Certo di sera riaffiorano le immagini del passato coi loro occhi di morte, ma a quello come antidoto c’è l’acquavite. O, come accade da un po’ di tempo a questa parte per Robert Lohkamp, c’è Patrice Hollmann. È apparsa un giorno al seguito di un eccentrico industriale, il proprietario di una fabbrica di cappotti che voleva sfidare con la sua lussuosa macchina la vecchia carretta da corsa di Otto Köster, e da allora non è più sparita dalla mente e dalla vita di Lohkamp. Capelli castani e lisci come seta, spalle squadrate, mani sottili, affusolate, viso pallido e occhi grandi dall’energia appassionata, Patrice Hollmann ha il potere di far dileguare d’incanto dai pensieri di Robert la desolazione della squallida camera ammobiliata che lo aspetta ogni sera e la disperazione dell’esistenza che attraversa il grande paese pronto a riabbracciare l’orrore in agguato negli anni Trenta. Terzo libro della trilogia dedicata da Remarque alla Prima guerra mondiale e alla sua tragica eredità, Tre camerati, riproposto ora in una nuova traduzione italiana, è uno dei romanzi più popolari e riusciti del grande scrittore tedesco. Un intenso, personalissimo corpo a corpo con la caducità umana, e l’amore e la morte in cui essa si espone.

Product Details

ISBN-13: 9788854507852
Publisher: Neri Pozza
Publication date: 11/12/2013
Sold by: eDigita
Format: eBook
Pages: 232
File size: 586 KB
Language: Italian

About the Author

Erich Maria Remarque nacque a Osnabrück nel 1898. Nel 1916, in piena Grande Guerra, fu spinto ad arruolarsi volontariamente e nel 1917 fu spedito sul fronte occidentale, dove rimase gravemente ferito. Il suo primo romanzo pacifista, Niente di nuovo sul fronte occidentale, fu pubblicato nel 1929. Nel 1933 i nazisti bruciarono e misero al bando le sue opere. Riparato in Svizzera, vi risiedette fino al 1939, anno in cui si trasferì negli Stati Uniti. Nel 1948 tornò in Svizzera, dove visse e continuò a scrivere fino alla morte, nel 1970. Nel 2013 Neri Pozza ha pubblicato Tre camerati, terzo libro della trilogia della guerra, nel 2014 La via del ritorno, nel 2015 La notte di Lisbona e L'obelisco nero, nel 2016 Niente di nuovo sul fronte occidentale Nel 1938 Tre camerati divenne un celebre film diretto da Frank Borzage e sceneggiato con successo da Francis Scott Fitzgerald, con Robert Taylor e Margaret Sullavan nei ruoli principali.
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